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Gli speaker dei nostri telegiornali

 

L'argomento è frivolo, ma si presta ugualmente a qualche considerazione di natura psicologica. Cominciò Lilly Grüber, "la rossa", a darci le notizie del telegiornale parlando in modo aggressivo, martellato, secco, sparato, veloce, muscoli della mascella contratti per esprimere sicurezza e decisione. Voleva comunicare l'immagine della donna moderna, della donna in carriera, della donna di successo, capace di competere alla pari con i maschietti suoi colleghi.

Non so a voi, ma a me il suo stile non è mai piaciuto, mi è subito sembrato sgradevole perché duro, eccessivo fino al punto di sembrare quasi caricaturale.Tanto è vero che si è immediatamente prestato alla gustosissima parodia che ne ha fatto Oreste Lionello. Mi sembra che quel modo di parlare produca nell'ascoltatore un senso di fastidio e di tensione di cui, nel ritmo frenetico della vita di oggi, non si sente davvero il bisogno. E il motivo è evidente: se lei è aggressiva, gli aggrediti siamo noi, i telespettatori. In questi ultimi tempi, a dire il vero, deve essersene accorta anche lei poiché sempre più spesso si lascia andare a momenti durante i quali parla come una persona normale, cioè in modo disteso e tranquillo.

Non ne avrei parlato se fosse rimasto un caso isolato. Infatti cambiavo canale appena vedevo comparire lei e il problema era risolto.  Il guaio, però, è che adesso moltissimi suoi colleghi, uomini e donne, sia nella TV pubblica che in quella privata, hanno cominciato a scimmiottarla adottando il suo stile pseudo grintoso ed allora non c'è quasi più scampo. Possiamo ricavarne la conferma di quanto le mode vengano adottate  in modo acritico e passivo dalle persone comuni. Le quali si illudono di diventare persone di successo semplicemente cominciando a parlare e ad atteggiarsi come le persone considerate di successo. Per loro l'importante è "apparire", non "essere". Fumo anziché arrosto.

Una volta, quando in TV le notizie erano lette da uno speaker professionista, questo non avveniva. C'era, è vero, l'effetto "ingessatura" che aveva indotto Sergio Saviane a coniare il termine "mezzibusti" per indicare chi leggeva il telegiornale, ma io tornerei volentieri a quel vecchio sistema. Anche per non sentire più i giornalisti o le giornaliste  - magari bravissimi come Lerner, Bonamici, Sposini, ecc. - che dicono: "Perchééééééééé....", "Alloraaaaaaaa....", e via belando. Ci sono, poi, anche quelli che, dopo avere utilizzato fino all'ultima molecola l'aria presente nei polmoni, riprendono fiato tutto di un colpo e con un sonoro risucchio. Credo siano pagati abbastanza bene. Perché non imparano a "dirci" le notizie in modo decente? Forse non lo sanno, ma esistono anche i corsi di dizione.

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